L’altra sera ho avuto il piacere di poter vedere un buon film su Maria Teresa d’Austria e le sue vicende politiche e umane. Belle ambientazioni, buona struttura (se vogliamo lasciar perdere la ricostruzione dei dialoghi immaginati con tanta ma tanta fantasia perché non potremo mai capire e ricostruire questi personaggi se li immaginiamo con la mente e il pensiero dei nostri giorni). Quello che mi ha fatto girare I cosiddetti… è la ricostruzione fatta del Principe Eugenio di Savoia a corte negli ultimi anni della sua vita. Uno guarda questo film e si immagina un vecchio arruffone, intrigante, maneggione che si aggira nei meandri del palazzo d’Inverno tramando alle spalle dell’Imperatore e persino cercando il proprio tornaconto personale (addirittura!). Fa veramente in###### sapere che questo film del 2017 è una coproduzione delle televisioni della Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Ungheria, cioè dei paesi che devono a quest’uomo di tutto e di più. ( https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Theresia_(film_2017)

Il Principe Eugenio Savoia-Carignano Soissons

Eugenio è parte di Torino, anche se a Torino la sua presenza è stata lieve e solo di passaggio. Eugenio è Torino perché insieme a Vittorio Amedeo II ha rappresentato il momento di maggior gloria per questa città. Ma allora perché Budapest gli ha dedicato un monumento proprio nel punto più in vista della città? E come mai Vienna lo ha omaggiato nella Heldeplatz, una delle piazze più importanti ? Ecco forse serve un minimo ripasso per capire che quel “maneggione” visto nel film è stato il più grande condottiero militare d’Europa fra il XVII e il XVIII secolo. Vero è che non è mai stato un Adone; fin da piccolo (nato a Parigi nel 1663 quindi di tre anni più grande di suo cugino Vittorio Amedeo II) non ha mai dato evidenza di un fisico prestante; destinato (forse anche per questo suo aspetto non particolarmente guerriero) alla carriera ecclesiastica, sarà proprio lui a rifiutare questo destino e a volere una carriera militare.

Luigi XIV di Francia detto Re Sole

Male, molto male caro Luigi… sarà questo ragazzo a dare le sberle più sonore al potente esercito di Francia. Rifiutato in Francia, Eugenio si rivolge quindi all’Imperatore d’Austria Leopoldo I, dove già suo fratello maggiore Luigi Giulio ( chiamato il cavalier di Savoia, coraggioso e audace anche lui ma che morirà precocemente in battaglia nel 1683 vicino a Vienna ) comanda un reggimento di Dragoni; solo per conoscenza i Dragoni erano una specie di fanteria a cavallo; che non è la Cavalleria perché I cavalieri non prevedevano di scendere mai dai loro destrieri, mentre I Dragoni una volta arrivati sull’obbiettivo prevedevano anche il combattimento a piedi. Ecco la sua carriera militare parte da questi giorni ed è una impressionante cavalcata di battaglie vinte (oggi lo potremmo chiamare Juventus per quanto vinceva con buona pace degli amici di fede granata…) e grazie al quale l’Impero d’Austria raggiunse un predominio in Europa mai più ripetuto.

Il monumento al Principe Eugenio in Heldplatz a Vienna

Una sintesi stringata dei suoi momenti militari più significativi: – Presente alla battaglia di Mohacs nel 1687 contro l’esercito ottomano – Combatte e partecipa sotto il comando del Principe Elettore di Baviera Massimiliano II all’assedio di Belgrado nel settembre del 1688 rimanendo ferito ad una gamba da una pallottola di moschetto. – Nel 1689 partecipa all’offensiva sul Reno contro I francesi rimanendo nuovamente ferito (questa volta al capo) – Nel 1690 è in Italia dove combatte contro il famigerato Catinat (purtroppo per noi Piemontesi), e in questo raro caso lo vediamo perdente sia alla battaglia della Staffarda (agosto 1690 ) che alla Marsaglia (ottobre 1693), aggiungiamo però che il comandante in campo non era lui( e per essere totalmente onesti era Vittorio Amedeo II anche se ci costa ammetterlo).

Ritratto del Generale Catinat

– Il giorno undici di settembre 1697 il principe Eugenio coglie una delle più importanti vittorie della sua carriera: come Feldmaresciallo e comandante assoluto dell’esercito imperiale affronta e sconfigge nella battaglia di Zenta l’esercito turco di Mustafa II. Con soli 50.000 uomini contro gli oltre 100.000 turchi (fra cui I temibili Gianizzeri) sbaraglia e distrugge questa potente armata sancendo la sconfitta dell’impero Ottomano. – Nel 1701 è in Italia coinvolto nella guerra di successione spagnola e si prende la sua rivincita sul generale Catinat sconfiggendo i francesi nella battaglia di Carpi e poi ancora a Chiari ( a conseguenza di queste sconfitte il generale Catinat verrà rimosso da Luigi XIV) – Si sposta sullo scacchiere europeo sempre nell’ambito della guerra di successione spagnola e il 13 agosto 1704 insieme al Duca di Marlborough (antenato del famoso Winston Churchill) ottiene nella battaglia di Blenheim una vittoria epica contro I’armata di Luigi XIV, battaglia ancora oggi ricordata nella storia d’Inghilterra. – Torna in Italia nel 1705 e il 7 settembre 1706 è protagonista insieme a Vittorio Amedeo II nella battaglia di Torino che sancisce la fine dell’assedio da parte dell’armata di Luigi XIV e la sua definitiva sconfitta nel regno d’Italia – Nel luglio del 1708 sconfigge ancora I francesi a Oudeenard nelle Fiandre comandati dal duca di Vendome ( uno dei più grandi comandanti militare di Francia celebrato dall’omonima piazza a Parigi)

Il Generale Vandome

– Fra il 1709 e il 1714 ricopre ruoli di altissimo impegno diplomatico e politico; ma il 5 agosto 1716 è di nuovo in campo sconfiggendo a Petervardino I turchi guidati dal Gran Visir Damad Alì Kumurç – L’anno successivo marcia su Belgrado , ancora in mano ai Turchi e la conquista dopo un breve assedio. In conseguenza di questa impressionante sequenza vittorie l’Austria raggiunge la massima espansione (pace di Passarowitz) – Fino al 1733 opera a livello politico e diplomatico diventando fondamentale per tutti gli accordi sanciti dall’Austria con le altre potenze europee – Nel 1734, scoppiata la guerra di successione polacca scende ancora in campo alla veneranda età di 71 anni e ancora guide le armate d’Austria nel 1734 sulla sponda del Reno bloccando le armate francesi con un esercito che era un terzo di quello avversario ( e oramai lontano ricordo di quella che fu l’armata imperiale del 1704) Quanto sopra riportato è davvero solo una sintesi ripulita di molto altro; se a tutto questo aggiungete una capacità diplomatica e una sensibilità particolare per l’arte e la cultura ( alla sua morte lascerà una collezione di libri ed opere d’arte senza uguali ) si potrà forse meglio capire l’immensa figura del Principe Eugenio. Torino non gli ha saputo riconosciuto gli allori che avrebbe meritato, pur tuttavia lo possiamo incontrare all’ingresso del palazzo Civico come una delle due statue che adornano l’ingresso ( la seconda è quella del Principe Ferdinando Duca di Genova ), oppure nello scalone d’onore di palazzo Reale.