Torino ha una sua storia particolar fatta con i locali storici che costellano il centro della città. Ovviamente primeggiano gli antichi Caffè che hanno visto passare i più illustri personaggi della nostra storia patria. Prendete Cavour: il Conte è stato graditissimo ospite dei migliori Caffè e Ristoranti del suo tempo. Cosi forse si potrebbe fare prima a elencare I locali dove non è stato presente … Tuttavia, è bello anche ricordare non solo i rinomatissimi locali tuttora esistenti, meta fissa delle guide e dei turisti; certo l’eleganza di un Caffè Torino ha il suo bel perché, cosi come il Caffè Fiorio sembra aver cristallizzato il tempo e guardandolo ti aspetti di veder uscire gli studenti che diedero il via ai moti liberali del 1821. Oppure il rivivere la belle époque osservando le superbe insegne della confetteria Baratti e Milano. Ma … non si viveva di solo caffè o di dolciumi. Esistevano ed esistono a tutt’oggi locali forse più umili e semplici, dove la storia non è passata se non di sfuggita, ma non per questo meno carichi di immagini e ricordi della Torino di allora. Partiamo da un negozio di cui purtroppo sono rimaste solo le insegne, ma è un obbligo che sento nei confronti della ex Cartoleria Sciunnache di via Po 18 …

Antica cartoleria Sciunnache via Po 18

Ricordo la signora che gestiva quest’antica cartoleria; anziana, sembrava anche lei venuta da quel mondo che le vetrine del negozio facevano intendere. Fra le tante cose che vedevo allora esposte, c’erano le cartoline (originali) di Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele II. Saluti da Torino … Leggere per un attimo queste insegne notando l’aggettivo “economica “aggiunto al sostantivo cartoleria … ma chi mai farebbe oggi una cosa così? Proseguiamo su via Po e arriviamo alla Farmacia degli Stemmi al numero 31 .

Farmacia degli Stemmi Via Po 31

Il portale di ingresso della farmacia in marmo di Carrara non impressiona particolarmente, benché la sua storia sia legata al palazzo degli Stemmi e al suo passato. Il palazzo nasce come ospedale o se volete ospizio per gli indigenti, per volere di Vittorio Amedeo II e di sua madre Maria Giovanna Battista Nemours ai primi del XVIII secolo. La farmacia viene istituita nel 1732, e nel 1781 risulta legata allo speziale Verulfo che è il “ direttore della spezieria del Regio Ospizio di Carità”. Sono gli interni di questa farmacia che dovrebbero destare l’attenzione in modo molto particolare .

Boiserie interne farmacie degli Stemmi

Gli interni infatti sono opera di Gabriele Capello detto il Moncalvo, Intagliatore ed Ebanista di corte nella prima metà del XIX secolo e collaboratore dell’architetto di corte Pelagio Pelagi. Per capire di chi parliamo suoi sono i pavimenti in legno della sala da ballo di Palazzo Reale, suoi sono gli scranni del parlamento Subalpino che potete ammirare al Museo del Risorgimento.

Boserie farmacie degli Stemmi (dettaglio)

Ecco ora che sapete potete osservare e non stupirvi degli eccezionali intagli che si ammirano nelle boiserie della farmacia. Risaliamo velocemente rimanendo sempre su via Po per tornare al numero uno. Qui troviamo uno dei più antichi negozi di Torino: Musy orologiaio e gioielliere fornitore ufficiale della Real casa Savoia

Musy ingresso via Po 1

Fin dal 1706 Giacomo Musy trasferisce la sua attività di orologiaio da Ginevra a Torino. In breve diventa ovviamente prezioso fornitore di corte, e tale rimarrà per secoli fino all’ultimo periodo di casa Savoia che si concluderà con la perdita della corona e la nascita della Repubblica. L’attuale sede non è quella originale del 1706; quella andò distrutta in un incendio. Vorrei poter dire con certezza ove fosse il primo negozio ma ricerche fatte per quest’articolo hanno riportato tali e tante differenze fra i documenti visionati che non consentono un’affermazione sicura. Per alcune fonti i locali erano nella galleria che collegava palazzo Madama a palazzo Reale (ma risulterebbe bruciata già nella seconda metà del XVII secolo..) per altri erano in quella che veniva chiamata ” Padiglione Reale “ e che corrisponderebbe all’attuale cancellata del Pelagio Palagi, distrutto da un incendio nel 1811 in occasione dei festeggiamenti organizzati per la nascita del figlio di Napoleone Bonaparte (ricordiamo che in quei giorni Torino era parte dell’Impero di Francia) . Comunque sia resta che dai primi del XIX secolo il negozio è magnificamente presente in via PO numero 1.

Musy dettaglio insegna

La facciata del negozio ci racconta tanto della storia di Torino; gli scudi della Real casa Savoia inseriti nel monoblocco di ingresso di pregiato legno di noce (ridipinto in nero per nascondere I danni causati dai bombardamenti dell’ultima guerra) misto a prezioso marmo nero di Como mentre le cornici in ottone alleggeriscono e movimentano la facciata. All’interno tutto è rimasto come in origine (forse i prezzi no… ) dai salotti alle tappezzerie. Proseguiamo ed entriamo nella galleria Subalpina li a due passi. Qui ci attende la “Casa del Libro”, ma per chi conosce Torino da sempre stiamo parlando de “l’Ebreo”.

la Casa del Libro nella galleria Subalpina

Tuttora in attività questa stupenda libreria è davvero un pezzo della vecchia Torino che rimane. Intere generazioni sono passate da l’Ebreo per acquistare libri (usati e nuovi), oppure (come nel mio caso) vi trovavano conservate perfettamente vecchie copie di giornali da collezione. Rivedere quelle vetrine, entrare in questo negozio è un piccolo salto nel tempo che consiglio a tutti. Nella Torino di Tonino c’è sempre il desiderio di trattare luoghi e storie poco note. Tuttavia, la presenza di Baratti e Milano nella stessa galleria Subalpina impone un’eccezione. Se Baratti e Milano ha quella fama, quell’aura che tutti conosciamo non è solo per I suoi cioccolatini di una qualità superiore, oppure le sue confezioni stupende che rendono un semplice pacco di dolciumi qualcosa di veramente speciale. No, non può e non è solo questo .

Baratti e Milano nella galleria Subalpina

Osservi le facciate e le insegne del negozio e notando i particolari in bronzo e la Real croce Sabauda ti senti già riportato indietro nel tempo; entri nei locali dove diplomi originali di casa Savoia attestano la storia professionale della Baratti e Milano. Fra I tavolini in legno e ottone, nel calore di questi locali dove il tempo si è fermato chiudi gli occhi e potresti immaginare di aver intravisto Umberto II insieme alla sua splendida consorte Maria Josè del Belgio; oppure Mafalda e Giovanna, giovani figlie di Vittorio Emanuele III che sorseggiano un Bicerin parlandosi con l’affetto che le ha sempre unite nella loro vita. Tutto può accadere in questi locali .

Baratti e Milano: particolare del bancone lavorato in altorilievo

Usciamo e proseguiamo la nostra passeggiata; da qui ci tuffiamo nel quadrilatero romano a due passi, prendendo Via Barbaroux e svoltando su via San Tommaso arriviamo al numero 13 dove troviamo la latteria Beria. Non è certo fra i più antichi locali di Torino la latteria Beria, ma le sue vetrine risplendono a tutt’oggi degli stessi prodotti che vende da sempre; latticini, formaggi e tanto altro richiamano l’attenzione del passante in maniera inesorabile. Le sue insegne antiche sembrano ancora risuonare di quel parlare nel dialetto torinese che da ragazzo era una costante in qualsiasi bottega di Torino; “Cerea madamin” era l’immancabile saluto alle clienti, e a fine giornata quando si doveva vendere i prodotti freschi per farli fuori (e mica come ora che te li rifilano il giorno dopo …) il negoziante ti consegnavo tutto in più esclamando “bon peis!” (e noi ragazzi passavamo sempre nel tardo pomeriggio apposta).

Latteria Beria di Via San Tommaso 13

Proseguiamo veloci perché non siamo molto lontani da via Santa Teresa 19 e il pastificio Giustetto ci attende. Ci attendono Anna e Gino Giustetto, da sempre al lavoro con il signor Gino in laboratorio e al banco vendita sua sorella Anna. Ci racconta la signora Anna, con orgoglio, la storia della sua famiglia che da sempre lavora nel mondo della gastronomia. In origine fu una zia che apri il primo negozio di salumi ed alimentari nel 1911. La sede si spostò nell’attuale via Santa Teresa 19 solo negli anni 60 del XX secolo.

il primo negozio alimentari della famiglia Giustetto porta data 1911

Osservarli ancora al lavoro (la signora Anna alla veneranda età di 88 anni) con la dedizione di sempre, ti fa capire cosa vuole dire la parola impegno, amore e sacrificio. I loro prodotti (dai Tajarin ai Plin passando per tutti I tipi di pasta fresca) sono li insieme a loro, con I cartellini dei prodotti ancora scritti a mano. Sono loro la vecchia Torino che tutti noi amiamo, simboli e reale rappresentazione della “torinesità” più vera; esempio per tutti senza rendersene conto, in un mondo di chiacchiere inutili, loro tirano dritto con la naturalezza di chi non riesce a capire come si possa fare diversamente. Una visita al pastificio Giustetto è un omaggio dovuto a queste persone meravigliose e un regalo al vostro palato.

Pastificio Giustetto via Santa Teresa 19 : veduta consigliata all’ora di pranzo..

Potrebbe proseguire ancora a lungo il viaggio in questi negozi che con le loro insegne e anche con le persone che ancora vi lavorano ci danno tanto della nostra Torino; sono questi scampoli che sappiamo ritrovare che ci fanno forse ancora sentire quel senso di appartenenza nostro e di nessun’altro. Proseguiremo il nostro viaggio in altro articolo per ora fermiamoci qui; è quasi mezzogiorno e dai Giustetto ci sono i Plin…

  • So we came up with the idea that instead of limiting the lab to a restricted area of ​​the building
  • We make it quick, easy and convenient for scheduling to save time
  • Our promise is to be respectful of you and your home as if it were our own
  • We stand behind our work with a one-year guarantee on all labor

Nemo enim ipsam voluptatem quia voluptas sit aspernatur aut odit aut fugit, sed quia consequuntur magni dolores eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt.