Parlare della basilica di Superga e delle sue tombe parrebbe certo superfluo, essendo essa uno dei luoghi simbolo della città di Torino.
Però quanti dopo aver ammirato i marmi, le allegorie e I simboli di queste tombe, quanti si soffermano per un attimo a pensare alle persone che vi riposano? Chi erano? Certo Re e Regine, Principi e Nobildonne, ma quello è il vestito non la persona.
Qual è stata la loro vita terrena? Pur come noi hanno avuto gioie e dolori, momenti di gloria e cadute vertiginose.

Vittorio Amedeo III in uno splendido ritratto probabilmente di Benedetto Panealbo

Prendiamo Vittorio Amedeo III (Re di Sardegna dal 1773 al 1796) e proviamo a ripensarlo nella sua vita drammatica.
Raccontiamo sempre dei suoi dodici figli e sempre della sua unica e amata consorte Maria Antonietta di Spagna.

Ma lui?
Lui che aveva ricevuto da suo padre Carlo Emanuele III un regno al massimo dello splendore, lui che credeva di aver creato un esercito ancor meglio di quello che con suo padre aveva conosciuto la gloria con battaglie come quella dell’Assietta(19 Luglio 1747), sarà proprio lui a vivere il dramma della quasi fine del suo regno, quando nel 1796 Napoleone gliene strapperà via buona parte(armistizio di Cherasco 28 Aprile 1796).
Si dice sia morto di crepacuore per questo; forse è vero , forse no.Ma posso provare a immaginare il dramma che questo sovrano ha dovuto vivere in quei giorni, in quelle ore.

Maria Antonia Ferdinanda consorte di Vittorio Amedeo III

Incapace di comprendere I cambiamenti dei suoi giorni(ma chi li aveva compresi ?) travolto dalla storia, rimane forse proprio il suo aspetto umano, Re buono e sfortunato, fedele ( un unicum credetemi) alla consorte Maria Antonia Ferdinanda fino all’ultimo giorno della sua vita terrena.

Poco più in la troviamo Maria Adelaide Asburgo Lorena, forse più semplicemente la moglie del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II.
Un monumento funerario di Salvatore Revelli ce la ricorda e dai dettagli dell’opera già immagini come doveva essere bella e dolce in vita.

Tomba di Maria Adelaide Asburgo Lorena opera di Salvatore Revelli (il drappo è invece di Pietro Della Vedova)

Pensatela, lei cosi minuta e delicata, nelle mani del nostro Vittorio …
Recuperi un suo ritratto e scopri una ragazza minuta dai capelli corvini, un volto piccolo con uno sguardo che irradia una dolcezza e una tenerezza che ti scuote.

Maria Adelaide Asburgo Lorena cugina di Vittorio Emanuele II

Otto gravidanze in dodici anni di matrimonio, in un tempo dove la penicillina era una parola senza significato, distrutta fisicamente, con un marito forse affettuoso ( erano per di più cugini primi) ma di certo non devoto.
Che vita è stata la sua? Vita da Regina? Forse si ma non come pensiamo noi quando associamo a questa definizione I balli, I palazzi e I fasti.
Vita da Regina che ha una solo obbiettivo della sua vita : offrire la discendenza; e siccome non si può sapere quanti di questi bimbi sopravviveranno allora se ne debbono fare il più possibile e se questo vuol dire arrivare anche a morire, ebbene cosi sia, e così è stato.
Non esiste la pietà nella vita di questa donna; solo il dovere, quel dovere che posso immaginare gli avrà raccontato e spiegato sua suocera Maria Teresa Asburgo Lorena, altra donna di cui sappiamo poco ma intuiamo tanto nella sua religiosità e nel suo impegno nell’aiuto degli indigenti.

Ritratto di Maria Teresa Asburgo Lorenza giovane sposa di Carlo Alberto

Per darvi l’idea degli intrecci familiari di quei tempi pensate che Maria Teresa fu in un sol colpo cugina prima, zia e suocera di Maria Adelaide(spiegarlo è impossibile se non si ha davanti l’intero albero genealogico delle due famiglie ).

Una scultura eccezionale di Vincenzo Vela conservata nella chiesa della Consolata di Torino ce le propone tutte e due affiancate in preghiera, dove la fede penso fosse una delle poche cose che desse aiuto e sostegno a queste donne legate a un destino senza cuore, formate, educate nel senso del dovere fino all’estremo. Maria Adelaide si racconta amasse ricamare. Nelle sale sempre di palazzo Reale e sempre al secondo piano in uno dei due gabinetti Cinesi c’è un piccolo mobile porta accessori da cucito, sempre in stile cineserie, che si dice fosse usato da lei.
Non so se questo sia vero perché non ho potuto vedere nulla che lo potesse confermare; mi piace però immaginarla affaccendata nel ricamo, con quel suo sguardo mite e dolce, pensando ai figli a cui sappiamo (questo invece è certo) fosse premurosamente attaccata.

Ma per passare da un estremo all’altro possiamo e dobbiamo parlare di lei : Marie Letitia Eugenie Catherine Adelaide Bonaparte, ma anche Savoia visto che sua mamma era Maria Clotilde primogenita di Vittorio Emanuele II e della nostra Maria Adelaide.

Maria Letitia Eugenie Catherine Adelaide Bonaparte

Pensare che sua mamma (Maria Clotilde di Savoia primogenita di Vittorio Emanuele II e della nostra amata Maria Adelaide) sia passata alla storia come la “santa di Moncalieri” e rivedere per un attimo la vita terrena di Maria Laetizia ti fa capire come il destino possa e sappia inventare le situazioni più assurde e incredibili.
Chi conobbe un pochino il padre di Maria Laetizia (Napoleone Giuseppe Carlo Bonaparte detto Gerolamo cugino di Napoleone III ) non poté che sentenziare “tutta suo padre!” nche sentenziare : “tutta suo padre !”.


Maria Laetizia con la corona di preziosi dono del consorte Amedeo Duca d’Aosta

Ribelle fin da piccola, amante del bello e disinibita come lo si poteva essere a fine ottocento, in una corte come quella Savoia dove, ahimè, il bigotto era moneta corrente, questa donna osò sfidare tutto e tutti per seguire I suoi desideri.Sposò lo zio Amedeo (capostipite del ramo Aosta e fratello minore del futuro Re Umberto I) quando in realtà avrebbe dovuto sposare il figlio Emanuele Filiberto.

Ma pare che fu proprio lo zio a perdere la testa per lei (lui vedovo dal 1876), che l’aveva incontrata più volte dopo che suo figlio Emanuele Filiberto gli aveva confessato il desiderio di sposarla.
Lui , Amedeo, aveva avuto da ridire sopratutto sul fatto che Laetizia fosse di ben due anni più grande di Emanuele Filiberto e a quei tempi la cosa pareva sconveniente; di conseguenza aveva dato parola al figlio che avrebbe incontrato e parlato con la nipote per poi decidere il suo benestare al matrimonio. Finirà che Amedeo, di fronte all’avvenenza e alla sensualità ( qui però metto il mio parere ) della nipote perse la testa e se la sposò( e poi ci lamentiamo se i figli fanno tutto senza chiederci mai un parere .. vedi tu).

Maria Laetizia in posa fotografica con abito da passeggio pomeridiano

Matrimonio comunque d’amore da cui nascerà anche un bimbo ( Umberto Conte di Salemi che morirà nel 1918 dopo aver contratto l’influenza Spagnola nelle trincee del Monte Grappa peraltro guadagnandosi prima della morte ben due medaglie d’argento al valore).

La morte di Amedeo nel 1890 lascia Laetizia vedova addolorata ma non inconsolabile ( aveva solo 24 anni alla morte di Amedeo).
Da li in poi la sua vita fatta di vedovanza di facciata ( peraltro le permetterà di mantenere il titolo di Duchessa d’Aosta fino al matrimonio di Emanuele Filiberto nel 1895 con Elena d’Orleans) sarà sempre motivo di scandalo e preoccupazioni in casa Savoia.

Il Re Umberto I suo zio, avrà sempre per lei un occhio di riguardo anche nel pagare i conti che spesso arrivavano in casa reale a suo nome ( ma va detto il Re aveva cifre e conti da pagare decisamente più pesanti quando si trattava di sua sorella Maria Pia quella che sarà l’ultima Regina del Portogallo) . Meno “amica” di Laetizia certamente la Regina Margherita, un altra donna forte a casa Savoia che non accettava facilmente le cadute di “stile ” in cui Laetizia incorreva . Mettici anche un filo d’invidia per questa nipote cosi “esplosiva” e la spiegazione è fatta.
Famose anche le sue toelette e abiti spesso generosi nell’evidenziare le sue forme (sarà solo il XX secolo che ci regalerà la passione per le modelle anoressiche .. nel XIX secolo vigeva la regola che il troppo non stroppia mai ..)

Maria Laetizia in tenuta da Crocerossina durante il primo conflitto mondiale

Le foto dell’epoca ci raccontano di una donna dal profilo forte con uno sguardo che sprigiona fierezza. Per qualcuno era bellissima per altri non sembrerebbe. Eppure osservando con attenzione le sue foto e immaginandola dal vero , in quello sguardo, in quel suo essere nobile e desiderata intuisci e capisci perché le testimonianze del tempo ci raccontano di ufficiali e gentiluomini impazziti per lei( e in taluni casi contraccambiati pare).

Vorremo rivederla un attimo mentre scorrazza per le vie di Torino accompagnata in tarda età dall’ultimo suo colpo di testa, l’aitante ufficiale dei Carabinieri ( diventato ufficiale ovviamente grazie a lei) che dovendo occuparsi della sua sicurezza personale passerà a occuparsi di lei a tempo pieno. Val la pena di ricordare che l’aitante ufficiale aveva oltre vent’anni meno di lei ma questo diciamo che con Laetizia non fu mai un grosso problema. In ogni caso alla sua morte avvenuta quasi improvvisamente il 25 di Ottobre del 1926, lascerà l’ex capitano dei Carabinieri erede universale (nel frattempo aveva ben pensato di lasciare la Benemerita), costringendo il Re Vittorio Emanuele III a riacquistare dall’ex Capitano sopratutto i cimeli e gli oggetti storici appartenuti ad Amedeo marito di Laetizia.

La Tomba di Maria Laetizia a Superga nella cripta delle Regine

Insomma eccentrica e di carattere fino alla fine dei suoi giorni e anche oltre.

Così quando farete un giro alle tombe reali alla prossima occasione , soffermandovi di fronte a questi personaggi, spero che anche solo per un attimo quanto qui brevemente raccontato vi aiuti a immaginarli di nuovo nella loro vita con le loro storie così terrene ma anche cosi vere e umane da renderceli più vicini e meno freddi di quei marmi e quelle tombe che racchiudono le loro spoglie terrene.

Foto di copertina : Tomba di Carlo Alberto Carignano , sarcofago dei Re delle tombe Reali di Superga.

Fonti fotografiche : wikipedia images e archivio autore