Torino, ha la sua università dal 1404 come anno di fondazione per volere di Ludovico d’Acaja (ramo cadetto degli onnipresenti Savoia) con bolla del papa Benedetto XIII che sancisce la nascita dello Studium. Farà seguito Il diploma ufficiale dell’imperatore Sigismondo nel 1412.

Ora cosa c’entri l’Elogio della follia con l’Università di Torino non appare certo immediato. Pur tuttavia il nesso, se pur nascosto nelle pieghe del tempo, c’è.
Erasmo da Rotterdam il famoso teologo, umanista filosofo, nonché autore dell’Elogio della follia (sicuramente l’opera più conosciuta delle tante scritte), si laureò proprio in teologia e proprio a Torino il 4 di Settembre del 1506.

Lapide posta a ricordo di Erasmo da Rotterdam

Quest’evento così significativo mi permette di portare l’attenzione sul palazzo che racchiude questa memoria: il palazzo dell’Università degli studi di Torino

Università degli studi ingresso Via  G.Verdi 8

Ecco un altro piccolo tesoro che spesso i nostri amici turisti si lasciano scappare; invece, se solo si avventurassero oltre l’ingresso del palazzo di via Verdi 8, o meglio ancora dal cancello di via Po avrebbero modo di scoprire nomi della scienza e della cultura che hanno lasciato segno indelebile nella storia.
Cosa ancora più interessante scoprirebbero un piccolo museo a costo zero.

Il palazzo, progetto di Michelangelo Garove porta data 1712 ( poco prima della sua improvvisa morte), vide l’intervento di Filippo Juvarra e di molti altri per modifiche e varianti avvenute nel corso del tempo.

Università degli studi : cortile e loggiato

Sostanzialmente però il palazzo conserva intatta la bellezza del barocco del primo 700 con le sue facciate in laterizio, con il cortile che realizza, con le sue colonne e I suoi volumi , la quinta scenica perfetta per il loggiato non a caso chiamato “il loggiato dei dotti”.

università degli studi : il loggiato

Il loggiato, aperto e stupendo da ammirare in una mattina di sole, riporta lungo tutto il suo percorso le statue e I marmi dedicati alle figure accademiche più illustri che insegnarono presso la nostra università.

Elencarli tutti non è possibile in un breve articolo, tuttavia ho scoperto( e vi riporto di seguito il link) una bella pubblicazione ad opera dell’Università di Torino dove tutti questi illustri personaggi sono ricordati e indicati con precisione : eccola

busto ad Amedeo Avogadro opera di Luigi Cauda

Dei tanti, solo come esempi, vi voglio ricordare Luigi Langrange ( matematico e fisico), Amedeo Avogadro ( con la sua costante che faceva il paio con le mie insufficienze di matematica altrettanto costanti.. ),Vincenzo Gioberti (figura legata indissolubilmente al nostro risorgimento) e infine Pier Carlo Boggio che morirà nella sfortunata battaglia di Lissa (1866) affondando con la fregata corazzata Re d’Italia, lì presente come deputato e osservatore coinvolto in quell’onta tragica per la storia della nostra marina militare.

busto a ricordo di Pier Carlo Boggio opera di Giuseppe Dini

Tenete presente che tutti questi busti e monumenti sono stati realizzati dai migliori scultori del 700 dell’800 presenti nel Regno di Sardegna.
Gli stessi artisti che vi vengono (giustamente) proposti nei musei cittadini inseriti in un percorso museale, qui ve li ritrovate ad ingresso libero.

Parliamo di nomi come Vincenza Vela e Giovanni Albertoni per stare nel XIX secolo, oppure I fratelli Collino ( onnipresenti a palazzo reale )

busto commemorativo a Luigi Cibrario opera di Giuseppe Dini

In mezzo a così tanta storia accademica un paio di capolavori “esterni” arrivati sin qui ognuno con le sue piccole o grandi peripezie.
In basso nel cortile la statua di Minerva, splendida opera di Vincenzo Vela.

Statua di Minerva opera di Vincenzo Vela

Minerva, oltre a essere la divinità delle arti nobili della guerra, rappresentate dall’elmo, dalla lancia e dall’egida, lo è della saggezza, rappresentata dalla civetta( che trovate sopra l’elmo), della poesia e delle arti, rappresentate dalle corone d’alloro e dal testo che tiene nella mano sinistra.

Realizzata dal Vela nel 1858 su committenza di Don Pedro V del Portogallo (a Torino nel 1855), per essere posizionata davanti all’Accademia delle Belle Arti a Lisbona, nella realtà dei fatti non lasciò mai Torino. Sembra per inadempienza nel pagamento da parte della corte di Lisbona (dove peraltro nel 1861 Pedro V muore precocemente).

Acquistata nel 1895 dall’amministrazione comunale della città arriva nella collocazione attuale nel 2003, dopo aver attraversato oltre un secolo di storia ed essere scampata alle distruzioni della seconda guerra mondiale.

la fama che incatena il tempo opera dei fratelli  Filippo e Ignazio Collino

Mentre nel loggiato una scultura dei fratelli Ignazio e Filippo Collino ci propone la Fama che incatena il Tempo, opera del 1788.
Fu collocata nell’attuale posizione nel 1820 in occasione di una esposizione di pittura e di scultura. L’opera voleva, con la sua rappresentazione allegorica, ricordare come la Fama e la Gloria della casa regnante (i Savoia) non fosse soggetta al declino del tempo, potendo così perdurare nei secoli (e poi è andata com’è andata e addio Fama nei secoli dei secoli….).

Sempre nel loggiato la lapide da cui è partita la nostra storia, che ricorda la laurea conseguita da Erasmo da Rotterdam presso la nostra Università.
Va detto che nel 1406 la sede universitaria non era nell’attuale collocazione, ma in una minuscola via (chiusa e tuttora presente) al numero 2 di
Via S. Francesco d’Assisi.

Infine, come un triste monito, la lapide che ricorda gli anni delle persecuzioni razziali a danno della comunità ebraica, con la lista di tutto il personale espulso dall’Università a seguito delle leggi del 1938 volute da Benito Mussolini e sciaguratamente controfirmate dal Re Vittorio Emanuele III.

lapide a ricordo del personale universitario espulso nel 1938

Che dire per concludere ? Il ritrovare questi illustri docenti del passato ci aiuta a ricordare che,come allora anche oggi, ci sono ricercatori, studiosi e scienziati tutti i giorni all’opera fra le mura delle nostre università, spesso fra i migliori gruppi di lavoro mondiali; il conoscere più da vicino le loro ricerche e attività personalmente mi aiuta a vedere il meglio (o il bicchiere mezzo pieno) di questa nostra società un tantino strana .

Da qualche parte, qualcosa di incredibile è in attesa di essere scoperto. (Carl Sagan)

Milioni di persone hanno visto la caduta della mela, ma Newton è stato colui che ha chiesto “perché”. (Bernard M. Baruch)

Verso l’infinito e oltre ( Buzz Lightyear)

Source : Wikipedia ( images)