A Torino, come spesso accade in molte altre città che hanno tanto da offrire, capita di avere piccoli angoli che sono delle perle nascoste; spesso dimenticate solo perché il flusso dei turisti si muove e si concentra nei luoghi di principale attrattiva .

E’ il caso di Piazza Maria Teresa che giace quieta a pochi passi dal rumore del traffico di piazza Vittorio e di via Po; immersa nel quartiere Borgo Nuovo, sorto nella prima metà dell’ottocento quando furono abbattute le ultime fortezze seicentesche che difesero Torino nella mitica battaglia del 7 settembre 1706.
La maggior parte di questi bastioni erano già state cancellati durante l’occupazione francese a cavallo del XIX secolo.

Piazza Maria Teresa

Tra le piazze di Torino, piazza Maria Teresa è quella che ricorda più apertamente le atmosfere parigine, con gli eleganti palazzi che circondano il verdissimo giardino.
La piazza, situata al centro del quartiere che sorse nei primi decenni dell’ottocento rappresenta la traduzione architettonica di una nuova classe borghese.

Questa nuova classe è prevalentemente composta da industriali (tessitori in particolare) , assicuratori e banchieri; necessitano di spazi edificabili dove far sorgere le nuove dimore che rappresentino la loro affermazione sociale.
Borgo Nuovo
che si estende tutt’oggi fino a toccare corso Vittorio Emanuele II ( ieri viale del RE ) divenne quindi la quinta scenica perfetta di questa ascesa.

I palazzi però del Borgo Nuovo sono ovviamente improntati allo stilo che si imponeva nella prima parte del XIX secolo
Non più, quindi, sequenze auliche androne- cortile d’onore- scalone d’onore – il tutto a rimarcare l’assolutismo del principe proprietario.

Questi uomini fanno parte di una nuova società che lavora e produce ricchezza; il neoclassico senza eccessi è in linea con la loro filosofia di vita.
Dove all’ostentata ricchezza viene contrapposta una sostanziale praticità degli appartamenti, senza sprechi, badando al concreto. Molti di loro non sono nobili o lo saranno più in là, e dunque si prediligono soluzioni pratiche e concrete.
Le facciate si limitano a minimi colonnati d’ingresso , lesene più o meno ricche e marcapiano che permettano un movimento della facciata stessa senza eccessi.

Esempi che si affacciano si piazza Maria Teresa sono palazzo Baricalla , opera dell’architetto Carlo Sada ( sarà lui a realizzare negli stessi anni la chiesa di San Massimo a poca distanza dalla piazza Maria Teresa).
Palazzo Baricalla ci parla di una famiglia importante e lo racconta con il suo imponente colonnato di facciata ma non molto di più.

 

Palazzo Baricalla Piazza Maria Teresa

Tuttavia è proprio questo stile in linea con il suo tempo che dona alla piazza quel tocco di piccola Parigi che si può cogliere solo sorseggiando un caffè nei locali che affacciano su di essa.

Poco più in là casa Ponzo Vaglia ci offre un altro bell’esempio di architettura in linea con i dettami dell’epoca.
Sviluppato come uno dei primi progetti da Alessandro Antonelli nel 1836, racchiude alcune innovazioni come l’elevazione complessiva a cinque piani includendo anche un piano ammezzato, oltre allo sviluppo di una serie di logge nel cortile . La richiesta della committenza specificava come fine l’utilizzo del palazzo come case da reddito di alto livello. Più pratici e concreti di cosi..

Casa Ponzo Vaglia progetto di Alessandro Antonelli 1836

Va ricordato che in casa Ponzo Vaglia soggiornò fino al 1847 prima la Regina Vedova Maria Cristina Borbone Napoli ( moglie vedova del Re Carlo Felice ), successivamente la Regina Maria Teresa Asburgo Lorena ( moglie vedova di Carlo Alberto ), e per questo motivo il palazzo in Torino divenne noto come palazzo delle Regine vedove ( e da qui anche il nome della piazza stessa dedicata alla seconda delle due Regine)

Poco in là rispetto all’aiuola ritroviamo il monumento a Guglielmo Pepe, eroe del nostro primo risorgimento.

Monumento a Guglielmo Pepe (Stefano Butti)

Va detto che il monumento fu posizionato in una fase successiva alla nascita della piazza stessa ( come spesso accade le pubbliche amministrazioni di ogni tempo cercano di far quadrare le varianti urbane come possono) e pur tuttavia la sua presenza discreta ( il monumento fu commissionato dalla moglie di Guglielmo Pepe allo scultore Stefano Butti e ricevette a suo tempo pesanti critiche per i dettagli fin troppo minimalisti, vedasi il cannone piccolo e sproporzionato rispetto al resto del monumento) rende la piazza ricca di quella storia e di quel risorgimento di cui Borgo Nuovo, con i suoi monumenti, lapidi e palazzi è scrigno inconfondibile.

Palazzo Bogliani (balcone monumentale Cesare Formento)


A fianco del monumento a Guglielmo Pepe, nascosto in una via tranquilla e silenziosa dove intravediamo i giardini Cavour (altra piccola storia di questo borgo) possiamo ammirare le facciate di Palazzo Bogliani opera dell’architetto Giuseppe Formento. Giuseppe Bogliani noto scultore ai primi dell’ottocento in Torino realizzò( fra le molte sue opere) anche il primo monumento a Pietro Micca (committenza di Carlo Alberto 1834 circa ) posto in origine nel cortile dell’arsenale militare attuale via XX settembre, ed ora ammirabile nella prima sala d’ingresso del museo dedicato al famoso soldato minatore.

Fermiamoci qui con il nostro racconto, concludendo con una piccolo aneddoto .
Come detto a pochi passi da qui ci sono i giardini Cavour; nel mezzo del giardino sorge un bel monumento a Carlo Felice di Robilant, importante figura del nostro secondo risorgimento. Tuttavia la bellezza e l’importanza del monumento non si spiegherebbe del tutto se non si tenesse in stratta considerazione che la madre di Carlo Felice di Robilant è stata sentimentalmente molto vicina a Carlo Alberto (forse l’unico vero amore nella vita di Carlo Alberto) e per tanto il nostro Carlo Felice dovrebbe (mettiamoci il dovrebbe..) essere il frutto di questo amore ; di conseguenza state osservando il monumento del probabile fratello di Vittorio Emanuele II primo Re d’Italia, e messa cosi si spiega decisamente meglio non credete ?

Monumento Pietro Micca (Giuseppe Bogliani) -Museo Pietro Micca Torino

 

Sources: Wikipedia (images)